
Previsione della reggenza Inguz
Wunjo rovesciata ci mostra quanto ci allontaniamo dalla nostra gioia vera, quella che non è piacere effimero ma radicamento nella vita, nella presenza, nella relazione autentica con il mondo e con gli altri. Quando non sappiamo più stare davvero qui, sul piano terreno, con tutto ciò che comporta – bellezza e fatica, luce e ombra – la felicità si svuota, si fa condizionata, fragile. Questa runa ci invita a maturare emotivamente, a recuperare una stabilità interiore che non dipenda da fattori esterni ma che nasca da una riconciliazione con la nostra umanità. È questa maturità che prepara il terreno al vero cambiamento.
Hagalaz non arriva per distruggere tutto, ma per spezzare ciò che non ha più verità. Per attraversare la tempesta senza perdere noi stessi, serve sapere chi siamo. Se non siamo radicati, il cambiamento ci travolge. Se lo siamo, invece, può diventare un passaggio sacro.
Ansuz, chiude la stesa ricordandoci il contatto sottile con ciò che ci trascende. Ansuz ci mostra che la verità può scendere, che il divino parla, ma solo se noi siamo pronti a riceverlo. E per essere pronti, dobbiamo prima riconnetterci con ciò che siamo, qui, ora, in questa terra e in questo corpo. La trasformazione non arriva da fuori. Comincia quando ricordiamo la nostra vera natura.
Ed è proprio sotto l’archetipo di Inguz che tutto questo prende forma siamo nel mezzo di un processo: la crisi è reale, ma può diventare rivelazione se torniamo ad ascoltare.