Skip to main content

Legami Invisibili: La Runa Gebo e le sculture di Giacometti

| Blar | E la Runa bussò

Fondation pour la photographie, editeur, CC0, via Wikimedia Commons

Se Gebo incarna soprattutto il concetto di relazione umana, interazione sociale e amicizia, a suo modo lo sguardo toccante di Giacometti è rivolto alle connessioni umane e all'ambiente circostante. Una ricerca dell'essenza dell'umanità. Questa sua indagine mostra una sicera apertura verso gli altri e un profondo interesse per la condizione umana.


Alberto Giacometti è uno scultore, pittore, disegnatore, un artista di grande rilevanza nel panorama artistico del XX secolo. E’ nato il 10 ottobre del 1901 nella Svizzera italiana. Runa di nascita Gebo. La sua arte è figlia delle due guerre mondiali che hanno sconvolto il mondo.  

Cresce in una famiglia che ha una tradizione artistica, suo padre, Giovanni Giacometti, era un pittore impressionista e suo fratello Diego diventerà un famoso designer e collaboratore di Alberto.

Nel 1922, Alberto inizia la sua esperienza nel campo dell’arte trasferendosi a Parigi per studiare all'Académie de la Grande Chaumière e lavora sotto l'influenza degli artisti dell'epoca, come André Breton, Man Ray, Pablo Picasso.  Si approccia al Surrealismo e al Cubismo per poi orientarsi negli anni ’40 verso uno stile proprio e distintivo.

Dopo aver lasciato il gruppo surrealista nel 1935, ha intrapreso un lungo e tormentato percorso di ricerca scultorea in solitudine. Durante la Seconda Guerra Mondiale insieme a sua madre ha vissuto a Ginevra creando le prime sculture caratterizzate da figure umane esili e allungate, che diventeranno l’emblema della sua maturità artistica.

Queste opere sono state esposte per la prima volta nel 1948 in una mostra importante alla Pierre Matisse Gallery, accompagnata da un catalogo che includeva un saggio di Jean-Paul Sartre intitolato La ricerca dell'assoluto. Questo saggio ha affermato che l'opera di Giacometti è l'espressione artistica più autentica dell'esistenzialismo.

Se Gebo incarna soprattutto il concetto di relazione umana, interazione sociale e amicizia, a suo modo lo sguardo toccante di Giacometti è rivolto alle connessioni umane e all'ambiente circostante. Una ricerca dell'essenza dell'umanità. Questa sua indagine mostra una sicera apertura verso gli altri e un profondo interesse per la condizione umana.

Nel corso dei primi anni del decennio '50, l'artista svizzero ha creato Piazza, opera caratterizzata da figure umane dalle proporzioni allungate e sottili. Piazza è una scultura di dimensioni contenute, vede uno scenario urbano complesso e ci offre diverse interconnessioni con le peculiarità di Gebo. In questa opera quattro figure maschili si muovono in direzioni autonome all'interno di una piazza convergendo con il punto centrale in cui è posizionata una figura femminile. Questo tableau richiama vividamente l'immagine di una metropoli moderna, in cui gli individui vagano in modo apparentemente indifferente gli uni agli altri, ognuno immerso nei propri pensieri. La figura centrale potrebbe rappresentare un punto di possibile incontro, ma allo stesso tempo simboleggia anche l'illusione di connessione in una società sempre più frammentata e alienata.
Gebo graficamente è formata dall’incontro tra due bastoni che vanno in opposte direzioni, unite da un centro quindi dalla “piazza” ove ci si incontra, ci si relaziona, si dà e si riceve, perché Gebo è la Runa dello scambio, del dono, ha a che fare perciò con lo spazio quanto con il tempo inteso come la  forma più alta di dono – la relazione.

Attraverso di me scoprirai che non esiste una sola direzione, ma che tutto si muove seguendo un flusso che non puoi dominare. Cit. Voce della Runa

Giacometti parlando delle sue opere si esprime così: “Ogni figura ha l'aria di andare per conto suo, tutta sola, in una direzione che le altre ignorano. Si incrociano, si sorpassano, senza vedersi, senza guardarsi. Non raggiungeranno forse mai la loro meta. [...] L'unica cosa che mi appassiona è cercare comunque di avvicinarmi a questa visione che mi pare impossibile rendere.”

Le sue sculture filiformi, caratterizzate dalla loro esilità, dal loro precario equilibrio, rispecchiano la stessa fragilità che l'artista percepiva in sé stesso. Queste opere d'arte prendono ispirazione dalle  relazioni più care della sua vita quotidiana, la madre, il padre, i fratelli e le sorelle. Utilizza il bronzo, il gesso e il legno, materiali semplici con cui mira a catturare l'essenza della condizione umana alla ricerca di una fragile stabilità tra il sé e il mondo circostante.

Invece di scolpire forme definite, l'artista dà vita a aggregati di materia che in apparenza mancano di forma, ma che si organizzano seguendo linee guida fondamentali. Questi aggregati sembrano nascere da un processo di coagulazione lungo queste linee guida essenziali. Le linee di forza infinite da cui Gebo è formata producono equilibrio ed espansione.

Secondo Giacometti, la chiave per comprendere l'esistenza umana risiede nel semplice atto di stare in piedi e camminare avanti, indipendentemente dalle sfide che possano presentarsi. In questa azione quotidiana, l'artista vede la rivelazione del segreto dell'esistenza umana, una fusione quasi miracolosa di opposti: fragilità e resistenza, insieme a un'energia incessante.

Sottolinea a riguardo : “Ho sempre l’impressione o il sentimento della fragilità degli esseri viventi, come se ci volesse un’energia formidabile, perché possano stare in piedi istante dopo istante”

E proprio l’espansione infinita di Gebo può essere tradotta qui con l’intrattabilità dell’anima, con l’impossibilità di catturarla, di chiuderla, di misurarla, di confinarla.
Il linguaggio del non finito, di ridurre le forme umane o animali all’essenziale, a dei segni, il fatto che Giacometti distruggesse in continuazione le sue opere e altre volte si trovasse con l’impossibilità di terminarle sono modus operandi per avvicinarsi all’assoluto ma senza mai riuscire davvero ad afferrarlo.

“Io faccio pittura e scultura per mordere nella realtà, per difendermi, per nutrire me stesso, per diventare più grosso; diventare più grosso per difendermi meglio, per meglio attaccare, per fare più presa, per avanzare il più possibile su ogni piano in tutte le direzioni.”

 

 

 


Il sublime oggi per me è nei volti più che nelle opere.
Alberto Giacometti

Data di nascita 10 ottobre 1901 | Luogo di nascita Borgonovo (Svizzera) | Runa di reggenza Gebo



Gebo

Il dono, lo scambio, la relazione, il punto d’incontro, il talento, la firma, il sigillo, la condivisione, l’equilibrio, le molte direzioni.

Benvenuta Laguz!

Laguz è la runa legata al flusso emotivo, è un'energia impetuosa come lo sono le emozioni, se non è convogliata travolge tutto quello che incontra.